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Questo è un libro che non parla solo di manufatti. È però uno studio attento delle trasformazioni fisiche avvenute nel centro di Mestre, in un'area estesa occupata in parte dal monastero di Santa Maria delle Grazie e in parte da altri edifici di servizio, con particolare riferimento anche all'assetto acqueo e viario che tanta parte ha avuto nel caratterizzare la terraferma veneziana, in un lungo arco cronologico. Si tratta dunque di una microstoria relativa ad un complesso edilizio, saldamente ancorata alla vita che si svolge fuori dal recinto della clausura delle monache benedettine, con l'intento di dar conto delle trasformazioni dell'area come speculari, anzi riassuntive rispetto a quelle dell'intera città. Il racconto legge infatti le tracce minute sulla pietra di un edificio e del suo sito, come specchio e cartina di tornasole di una storia che si svolge a scale diverse, usando lenti di ingrandimento differenti per dipanare i momenti salienti della "storia della città".